Il fuoco di Prometeo
La notte tra il 20 e il 21 luglio 1969 il modulo lunare “Eagle” (aquila) pilotato da Neil Armstrong e Edwin “Buzz” Aldrin si appoggiò sulla soffice superficie del nostro satellite naturale: la Luna. Erano le ore 20:17:40 UTC del 20 luglio 1969.
Sei ore più tardi, alle 02:56 UTC, Neil Armstrong appoggiò, per la prima volta nella Storia conosciuta dell’Uomo, lo stivale sinistro sul suolo lunare.
Questo attimo impercettibile era il culmine, l’obiettivo ultimo raggiunto di un immenso sforzo tecnologico che soltanto una grande nazione come gli Stati Uniti d’America fu in grado di realizzare nell’arco di pochissimi anni. Più di 30.000 imprese furono coinvolte e più di 300.000 persone collaborarono a questo gigantesco programma spaziale in soli nove anni, da quando cioè il Presidente John F. Kennedy pronunciò al congresso degli Stati Uniti la celebre frase: “l’America porterà un uomo sulla Luna e lo riporterà al sicuro sulla Terra entro questa decade”.
A quel tempo, nel luglio 1969, avevo solo tredici anni compiuti e un mare di sogni nella testa e nel cuore. Come molti della mia generazione vissi quell’avventura umana come ne fossi partecipe direttamente; ero cosciente di assistere a qualcosa che mai più nessuno avrebbe visto; un evento storico di tale portata che poteva superare tranquillamente le scoperte di Cristoforo Colombo e che aveva catapultato l’Uomo in una nuova era.
Poiché già praticavo il modellismo da qualche anno, ovviamente fu mio tutto ciò che poteva fare riferimento e avere a che fare con quest’avventura.
In una serie di articoli ho voluto fermare quel tempo. Oggi molto del mio sforzo modellistico è dedicato a quel tempo. E’ un prezioso ricordo che vorrei tramandare a coloro che – più giovani – non hanno avuto la mia stessa fortuna.